Negli ultimi quindici anni, il Mezzogiorno ha perso più di 600 mila giovani, più di 240 mila laureati, che si sommano alla comunità straordinaria degli italiani nel mondo. Si tratta di un enorme patrimonio di crescita disperso, che tuttavia non deve considerarsi definitivamente perduto alla causa dello sviluppo dell’area. Molti meridionali emigrati, infatti, che hanno acquisito un bagaglio di conoscenze ed esperienze nei diversi contesti nazionali, europei e internazionali ma spesso mantenendo una fitta rete di relazioni con i luoghi di origine, aspettano solo di avere un’occasione per metterlo a disposizione del Sud, senza che ciò significhi necessariamente tornare in Italia.
Anche la recente emergenza dovuta alla pandemia del Covid ha dimostrato, con le iniziative di solidarietà, la collaborazione tra individui e istituzioni, le moderne tecnologie, il sentimento di comunità che tiene insieme gli italiani all’estero con i propri luoghi di origine, che anche rimanendo all’estero si può essere vicini all’Italia: negli affetti, nelle relazioni, nella ricerca di soluzioni pratiche che aiutino il Paese.
Per questi motivi il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, ha deciso di costruire un’alleanza tra chi è al Sud e chi dal Sud è andato via. Intende farlo creando occasioni istituzionali e informali per mettere in relazione chi è emigrato, imparando a muoversi in nuovi contesti, e chi produce innovazione nel Mezzogiorno e conosce la realtà attuale dei territori.
Si è spesso evidenziato come la nuova emigrazione impoverisce il territorio di origine, non riservando nemmeno il prezioso contributo delle rimesse finanziarie, come accadeva in altre epoche storiche, ormai molto ridottesi. Eppure, le nuove tecnologie digitali consentirebbero “ritorni” altrettanto preziosi: le “rimesse di conoscenza”, di know how”.
Nella discussione che si sta facendo sulla riorganizzazione delle nostre società dopo la pandemia, si tratterà di passare dalla fase di emergenza a quella di normalità, nella quale le reti, quelle delle persone come quelle virtuali, possano diventare strumenti organici di relazioni e di sviluppo e come, attraverso le reti, un ruolo importante possano avere i tanti italiani all’estero.
Il Piano Sud 2030 assume tra i propri obiettivi quello di creare occasioni istituzionali e informali per mettere in relazione chi è emigrato e chi produce innovazione nel Mezzogiorno. La “Rete di Talenti per il Sud” intende favorire il trasferimento di conoscenze e buone pratiche, sfruttando i vantaggi delle reti telematiche e digitali; la diffusione di una cultura delle politiche di innovazione e della nuova imprenditorialità tecnologica; il sostegno a giovani che vogliono restare al Sud per dar vita a startup o lavorare in hub di ricerca; l’ingresso dei “talenti” in partnership imprenditoriali innovative.
L’obiettivo di breve termine è quello di costruire una Piattaforma digitale che consenta di interrogare i “talenti”, individualmente o in via istituzionale, da parte di amministrazioni, imprese, cittadini impegnati in progetti di innovazione nel Mezzogiorno, con l’organizzazione di meeting periodici e workshop specifici.
Con queste finalità si richiede alla rete Diplomatico-consolare di individuare e segnalare nominativi di personalità talentuose che rispondano ai seguenti requisiti:
– hanno origine meridionale;
– rivestono ruoli particolarmente significativi nel management di Stato e/o di imprese, società finanziarie oppure nella direzione di istituti e programmi di ricerca, con particolare riferimento alle discipline scientifico–tecnologiche e sociali, o che si siano inventati originali attività imprenditoriali o start-up.
Di tali personalità si ha bisogno di conoscere alcuni semplici dati che permetteranno al gruppo di lavoro del Ministero per il Mezzogiorno, di contattarli individualmente e che sono riportati nel foglio excel allegato, che preghiamo di restituire il più possibile completato.